La Corte di Cassazione, con la sentenza 20 giugno 2008 n. 25214, ravvisa il reato di violenza sessuale nel gesto dell’agente di farsi insaponare il fondoschiena dal minore.
L’imputata, intenta a farsi la doccia, invita un bambino di 10 anni a lavarle i glutei. Per i Giudici chiamati a giudicare la donna, non può esservi dubbio alcuno che l’invito abbia avuto un movente ed una finalità erotica. La maliziosità del gesto trova una precisa conferma nella circostanza che il minore si guardò bene dal parlarne spontaneamente ai genitori dai quali temeva di essere rimproverato evidentemente perché in qualche modo consapevole di essere stato coinvolto in un fatto comunque non commendevole. Si è, dunque, trattato di un gesto di sicura valenza sessuale in quanto diretto all’appagamento di un istinto di tale natura del soggetto che per raggiungere tale scopo si è avvalso della collaborazione di un bambino di dieci anni, precocemente coinvolto in una esperienza di tipo erotico idonea ad incidere negativamente sul regolare sviluppo della sua sfera sessuale (cfr. tra altre Cass. Sez. III n. 9223 del 2000 Rv 217261, nella quale si è ravvisata la fattispecie delittuosa de qua, sia pure nella forma tentata, nel fatto dell’agente che mostrando il pene si era limitato ad indicare al minore la manovra della masturbazione maschile senza tuttavia dare inizio alla vera e propria attività sessuale). Emiliana Matrone