Il figlio, che non sia stato riconosciuto da uno o da entrambi i genitori, può agire in giudizio affinché il Tribunale, con una sentenza, accerti chi sia il genitore.
L’azione volta ad ottenere tale risultato si chiama “azione di dichiarazione giudiziale di paternità o maternità naturale”.
Tale azione consente al figlio non riconosciuto di ottenere lo status di figlio naturale riconosciuto e, quindi, di godere dei medesimi diritti del figlio “legittimo”, con conseguenze sia per il genitore, che assumerà tutti i doveri e diritti che un genitore ha nei confronti del figlio legittimo, sia per il figlio che, ad esempio, avrà tutti i diritti ereditari, di mantenimento etc..
La dichiarazione giudiziale di paternità (o maternità) può essere chiesta dal figlio maggiorenne oppure, se il figlio è minorenne, l’azione può essere promossa nel suo interesse dalla madre (o dal padre) che lo abbia già riconosciuto.
Qualora nessuno dei genitori abbia riconosciuto il figlio ancora minorenne, l’azione potrà essere promossa dal tutore, previa autorizzazione del Tribunale per i minorenni.
L’azione giudiziale di dichiarazione di paternità (o maternità) può essere iniziata anche dai discendenti del figlio naturale non riconosciuto che sia deceduto.
Se il figlio minorenne ha sedici anni, deve essere sentito dal Tribunale prima che l’azione sia promossa o proseguita.
L’azione volta ad ottenere la dichiarazione giudiziale di paternità (o maternità) non può essere iniziata dai figli naturali incestuosi o da coloro che siano comunque figli legittimi o già riconosciuti da altri genitori.
La dichiarazione giudiziale di paternità (o maternità) può essere chiesta nei confronti del presunto padre e/o della presunta madre oppure, qualora il presunto genitore sia morto, nei confronti degli eredi.
Per il figlio l’azione è imprescrittibile.
Viceversa, qualora il figlio muoia, l’azione dovrà essere iniziata dai suoi discendenti entro due anni dalla data della morte.
La prova della paternità e/o della maternità non è facile; analisi biologiche approfondite (DNA) consentono di arrivare a determinare con una certezza vicinissima al 100% l’attribuzione della paternità e/o maternità.
Per tale motivo ha particolare rilievo quale mezzo di prova il c.d. test del DNA, che consente, tramite l’analisi di materiale biologico prelevato dal figlio e dal presunto genitore, di stabilire con estrema sicurezza se quest’ultimo si effettivamente padre (madre) di colui che chiede la dichiarazione di paternità (o maternità).