Nel nostro ordinamento la L. 30-12-1986, n. 943 rappresenta il primo intervento legislativo sul fenomeno dell’immigrazione dello straniero.
Verso la fine degli anni ottanta il Governo, predispone una serie di misure di emergenza mediante il D.L. 31-12-1989, n. 412, convertito con L. 28-2-1990, n. 39, cd. legge Martelli, al fine di controllare e regolamentare gli ingressi di stranieri nel nostro Paese, attraverso la preventiva determinazione delle cd quote massime di lavoratori stranieri da ammettere in Italia.
Segue la più rigorosa L. 6-3-1998, n. 40 (Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione giuridica dello straniero), cd. legge Turco-Napolitano, che scolpisce i “diritti e doveri dello straniero” e riconosce allo straniero regolarmente soggiornante una sorta di totale equiparazione con il cittadino italiano.
Dopo pochi mesi si procede all’emanazione del D.Lgs. 25-7-1998, n. 286, recante il “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”, modificato ed integrato dalla L. 30-7-2002, n. 189, cd. legge Bossi-Fini.