Così ha decretato la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 33768 del 3 settembre 2007, con la quale ha stabilito che vendere mod chip per modificare la console costituisce una pratica illegale, perseguibile come reato, per la violazione del diritto d’autore.
Tale decisione mette un punto fermo alla travagliata vicenda volta a stabilire se costituisse o meno reato porre in vendita mod chip che, installati nella console, consentono la lettura di giochi copiati, venduti nel mercato nero e/o scaricabili nel web. Con tale sentenza la Suprema Corte ha dato una risposta affermativa al quesito, cassando la sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Bolzano che aveva, invece, ritenuto non sussistente il reato di un giovane imprenditore di Bolzano O. D. giudicato colpevole in primo grado per aver posto in vendita mod chips destinati alla modifica della Playstation e per questo condannato a 6000 euro di multa e a sei mesi di reclusione.
La Corte di Appello di Bolzano aveva argomentato l’assoluzione rilevando che “l’episodio non risultava all’epoca dei fatti riconducibile ad alcuna ipotesi criminosa”. I fatti ascritti all’imputato, infatti, risalivano al 2002, cioè ad un periodo anteriore all’entrata in vigore della riforma del 2003 che ha esteso la nozione di pirateria e ha previsto specificamente il reato di contraffazione informatica relativa a tale tipologia di prodotti tecnologici , includendo così anche console e mod chip tra i supporti informatici.
Di differente avviso sono stati i Giudici della Terza Sezione che hanno affermato che, a prescindere dalle innovazione tecnologiche, il diritto d’autore può essere difeso, in mancanza di una specifica statuizione in merito alla nuova tecnologica, con l’applicazione dell’art. 171 ter della legge 633 del 1941 in base al quale è punibile “chiunque produce, utilizza, importa, detiene per la vendita, pone in commercio, vende noleggia o cede a qualsiasi titolo, sistemi atti ad eludere, decodificare o rimuovere le misure di protezione del diritto d’autore e dei diritti connessi”.
L’idea di fondo è al di là dell’evoluzione delle tecnologie, che rende sempre più fruibili i prodotti e i supporti, nonché del modo in cui vengono commercializzate, permane la tutela del diritto d’autore che secondo la Cassazione, in questo caso, si esplica nella protezione dell’integrità funzionale della Playstation.