Rischia il carcere chi scarica da internet files pedopornografici e li conserva nel Pc: ciò anche se si tratta di poche immagini e se alcune vengono poi cancellate.
Tanto ha statuito la Cassazione, nella sentenza 20 settembre 2007, n, 2139.
L’art. 600 quater c.p. punisce chiunque si procura o dispone di materiale pedopornografico prodotto mediante lo sfruttamneto sessuale dei minori.
La norma punisce due condotte tra loro alternative: il procurarsi, che implica qualsiasi modalità di procacciamento compresa la via telematica, ed il disporre. che implica un concetto più ampio della detenzione.
L’elemento soggettivo è costituito dal dolo diretto che consiste nella volontà di procurarsi o detenere materiale pedopornografico pervenuto dallo sfruttamento dei monori dei diciotto anni.
Nel caso concreto Tizio era imputato del reato di cui all’art. 600 ter, co 3, c.p. per aver posto in condivisione n. 8 files contenenti immagini pedopornografiche, e del reato punito dall’art. 600 quater, perchè disponeva di materiale pedopornografico costituito da 11 foto prodotte mediante lo sfruttamento sessuale dei minori.
Nella fattispecie, peraltro, uattro delle otto immagini erano state cancellate dal Pc, ma tuttavia la Corte ritiene che la cancellazione dimostra la volontà di non detenere più quelle immagini e, quindi, non vale ad escludere la consapevolezza della detenzione passata.
Emiliana Matrone